Recensioni
 
 
 

ODRZ83                             Recensione "VER SACRUM"

DI CAESAR

DICEMBRE 2023

L’EP Manrovesci, firmato dalla sorprendente collaborazione di Elena M. Rosa Lavita e Arlo Bigazzi, anticipa con maestria l’imminente lancio dell’album “D’altronde sono sempre gli altri” per Materiali Sonori.

I destini incrociati dei due artisti, ignari l’uno dell’esistenza dell’altro, si sono intrecciati attraverso il progetto discografico di Luca Giuoco, Collettivoinconscio vol. 1.

Disponibile esclusivamente in formato digitale, l’EP si compone di due tracce originali e del remix di uno dei brani ad opera degli ODRZ. L’ascolto di queste composizioni promette prospettive affascinanti. Le atmosfere, intrise di oscurità e claustrofobia, rivelano la distintiva abilità compositiva di Elena M. Rosa Lavita, con la sua propensione unica alla manipolazione dei suoni e un tocco gotico e tenebroso.

D’altra parte, Arlo Bigazzi dimostra una comprensione profonda della visione musicale e dell’approccio artistico di Lavita.

Nella traccia inaugurale, “Manrovesci”, il basso emerge in primo piano, mentre la struttura si presenta minimale e pacata. In “D’altronde sono sempre gli altri a morire”, la musica si avvicina con decisione all’avanguardia, trasportando l’ascoltatore in un viaggio attraverso luoghi popolati da incubi sepolti nell’inconscio.

Il remix firmato dagli ODRZ mantiene la coerenza con il loro stile, con sonorità marcatamente noise e industrial.

L’ascolto di questo EP suscita l’impazienza di attendere il prossimo album completo, che sono certo non mancherà di soddisfare le aspettative.

Per chi desidera esplorare questa straordinaria proposta musicale, l’EP è disponibile su Bandcamp: https://rosalavita-elenam.bandcamp.com/album/manrovesci-ep

 

 

 

 

 

ODRZ75                             Recensione "VER SACRUM"

DI CAESAR (CD - HELLBONES RECORDS, 2021)

09 MARZO 2021
ODRZ è un progetto italiano post industriale che si è sempre caratterizzato per un approccio estremamente corrosivo alla materia sonora.

In questi tempi cupi e apocalittici che stiamo vivendo, nonostante la pandemia, non è mai venuto meno il sacro fuoco dell’ispirazione, quasi ci fosse l’intenzione di comporre una colonna sonora della nostra situazione attuale.

Così nel 2020, fra mille difficoltà, ODRZ è riuscito a registrare 4 tracce che compongono il cd ODRZ75 pubblicato dalla Hellbones Records.

Già dal primo brano veniamo immersi in un’atmosfera malsana e putrida: siamo di fronte ad un post-industriale oscuro e deflagrante con rimbombi in sottofondo. Il suono è stratificato e magmatico.

La seconda traccia continua sulla stessa falsariga facendo emergere il nostro Sé più profondo. Si tratta di una sorta di viaggio psichico nel nostro inconscio alla ricerca di quello spazio interiore di cui parlava il grande scrittore di fantascienza James Graham Ballard. Mi sono venuti in mente, almeno a livello di sensazione, i primi Cranioclast, quelli di un classico come Koitlaransk.

Anche la seconda parte di questo lavoro non è da meno: le ambientazioni sono astratte con elementi noise sullo sfondo.

La traccia conclusiva è poi particolarmente incisiva nella sua descrittività di paesaggi interiori ed esteriori devastati con un finale profondo e desolato.

In definitiva ODRZ si conferma come uno degli artisti più interessanti in ambito post-industriale e credo che quanto abbiano seguito o seguano ancora questo suoni non dovrebbero lasciarsi sfuggire questo cd.

Disponibile su Bandcamp: https://hellbonesrecords.bandcamp.com/album/odrz-odrz75 .

 

 

 

 

 

"Prima Opera"  di  ODRchestra

ODRZ74                             Recensione "ROSA SELVAGGIA"

ODRCHESTRA

Prima Opera

Cassetta (Luce Sia)

Con questa uscita, il duo ODRZ concretizza e consegna ai posteri i risultati di un interessante esperimento condotto verso la fine del 2019 insieme ad una ristretta cerchia di musicisti della scena post-industrial. ODRchestra è di fatto una “piccola orchestra sinfonica moderna”. Piccola perché formata oltre al duo lombardo, da Marco Casiraghi agli strumenti, Enrico Ponzoni, Carlo Monti, Icydawn, e la coppia Luca di Nenno e Marco Vidale dei Lotte, ai sintetizzatori.

È un’orchestra perché gli strumenti portati sul palco sono tanti e vari: chitarre, voci, strumenti autocostruiti, sintetizzatori, ritmiche elettroniche.

Sinfonica, perché i brani presentati hanno passaggi, atmosfere e strutture tipiche delle sinfonie, ma nessuno si illuda di trovarsi di fronte ad armonie celestiali, quanto piuttosto a strutture rumoristiche organizzate. E infine moderna come l’ambito in cui si muove, che è l’industrial noise tipico degli ODRZ.

La cassetta consta di due movimenti da circa 13 minuti l’uno, uno per lato, fatti di improvvisazioni abrasive, sopra le righe e allucinatorie in cui ognuno dei componenti sembra aver dato sfogo al suo estro, ma incanalandolo in un unicum equilibrato insieme gli altri elementi dell’ensemble, risultando in un felice episodio della nostra storia musicale recente.

Sito Web: https://lucesia.bandcamp.com/album/076-odrchestra-prima-opera-2

(M/B’06)

 

 

 

 

 

ODRZ70                             Recensione "ROSA SELVAGGIA"

Gli ODRZ incontrano Sisto Palombella per una inconsueta quanto sorprendente collaborazione, a giudicare dai risultati.

Palombella, partendo dal suono tradizionale del synth accordion (fisarmonica con elettronica incorporata) si immerge nel caos turbine rumoristico degli ODRZ, arrivando insieme a loro ad ottenere una sorta di krautrock estremo, la Kosmische Musik dei tempi moderni, visionaria come lo furono i Popol Vuh o i Tangerine Dream di “Zeit”, ma ruvida e gorgogliante come la poetica ODRZ vuole.

Due suite da oltre dieci minuti l’una, una sorta di accenno a quello che può essere l’asse portante di un’intera discografia e che probabilmente più d’un ascoltatore apprezzerebbe se venisse portata avanti.

Per il momento ci si può godere questo sogno ad occhi aperti.

 

 

 

 

 

ODRZ70                             Recensione "VER SACRUM"

DI CAESAR (CD - HELLBONES RECORDS, 2020)

28 AGOSTO 2020
Davvero strana e particolare questa collaborazione fra ODRZ, storico progetto post industriale italiano e Sisto Palombella, virtuoso del synth accordion (si tratta della fisarmonica con elettronica incorporata).
In pratica nasce da una sessione di registrazione di ODRZ66 di cui ho di recente parlato qui su Ver Sacrum (si tratta di Opera prima) in cui possiamo trovare il meglio della scena post industriale italiana attuale.
ODRZ e Sisto Palombella, per l’occasione, hanno registrato 2 tracce di una dozzina di minuti l’uno.
Dico subito che il risultato è sorprendente e va oltre le sterili classificazioni dei generi musicali.
Indubbiamente si tratta di 2 artisti differenti fra di loro ed era in effetti difficile capire cosa ne poteva uscire.
Il primo impatto è molto straniante: a farla da padrone sono i suoni del synt accordion di Sisto Palombella su cui ODRZ inserisce qualcuno dei suoi tipici strumenti elettronici.
Non sembra di ascoltare musica industrial ma qualche compositore minimale in vena di stranezze.
Le atmosfere sono spettrali ed inquietanti: si percepisce una tensione sotterranea che cerca di emergere dall’abisso.
Traspare da queste composizioni quasi un senso del sacro: è come se i 3 musicisti ci stiano trasportando in un’altra dimensione. Si tratta di una musica ondulata e liquida che evoca immagini oniriche.
In alcuni momenti il contrasto fra i 2 diventa palese e il risultato assomiglia a qualche bizzarria stile Nurse With Wound.
Disponibile su Bandcamp: https://hellbonesrecords.bandcamp.com/album/odrz-sisto-palombella-odrz70
Web: https://hellbonesrecords.bandcamp.com/

 

 

 

 

 

"Prima Opera"  di  ODRchestra

ODRZ74                             Recensione "SODAPOP"

24/08/2020

WRITTEN BY MARCO GIORCELLI
ODRchestra – Prima Opera (Luce Sia, 2020)
Questo lavoro nasce dall’improvvisazione di diversi artisti del circuito Luce Sia, tra cui lo stesso patron Sacha Rovelli (Icydawn), e si dipana in due lunghe suite (una per ogni lato della cassetta) all’insegna di echi ambientali, clangori e torride urla inumane.
Come potete immaginare non vi è alcuna concessione melodica nel progetto che al contrario va assorbito senza freni o resistenze come un unico flusso di percezioni che dovrebbero valicare l’apparato uditivo procedendo per evocazioni di “altro”.
Un “altro” che risiede nella memoria individuale e che viene sollecitato da alte frequenze e smottamenti tellurici tutt’altro che lievi. L’ennesimo lavoro “difficile” dell’etichetta svizzera che ancora una volta si conferma tra le poche vicine realtà di un certo spessore intellettuale e che, nonostante le innegabili intemperie storiche, resiste, proprugnando dischi per espandere le percezioni e trascendere la materia. Sostenere e diffondere senza remore.
Particolare menzione per il bellissimo artwork di ispirazione Deutsche Grammophon che impreziosisce ulteriormente il lavoro e da un certo punto di vista gli dona quella leggerezza di spirito necessaria per avvicinarsi a queste operazioni.
 

 

 

 

 

"Prima Opera"  di  ODRchestra

ODRZ74                             Recensione "VER SACRUM"

di Caesar-(Audio cassetta - LUCE SIA, 2020)

10 Agosto 2020

ODRchestra è un progetto di musica post industriale che ha una genesi molto particolare.

Nasce nel dicembre 2019 dopo una serata di musica improvvisata fra 8 musicisti della scena noise e sperimentale italiana fra cui Marco Casiraghi, Carlo Monti, Enrico Ponzoni, il mitico Sacha Rovelli (boss della Luce Sia con Nebojsa Bacic e mente dell’act Icy Dawn), Luca Di Nenno e Marco Vidale dei Lotte oltre ad AM e MM degli ODRZ.

In realtà, sotto il monicker ODRZ66, sessioni di musica improvvisata si sono tenute  ogni venerdì per tutto il 2019 presso lo studio i registrazione degli ODRZ con la partecipazione di ospiti anche non italiani. Le 2 tracce registrate il 27 dicembre 2019 sono state scelte per la pubblicazione (da parte di Luce Sia) di una cassetta di 26 minuti in sole 70 copie numerate.

ODRchestra si definisce come una piccola orchestra sinfonica. Forse questa denominazione (e il titolo della cassetta Prima opera) potrebbe ingannare qualcuno.

Ma è bene spazzare via subito tutti gli equivoci: siamo di fronte ad “un’opera di musica industrial” senza compromessi.

Si tratta, a ben vedere, di una sorta di sinfonia del rumore.

Nelle note di copertina si dice espressamente che le tracce presenti “hanno strutture, passaggi, sonorità e atmosfere tipiche delle sinfonie”. Il risultato finale è realmente ossessivo e paranoico: siamo di fronte ad ambientazioni industrial cupe e mininali.

Nel primo movimento si respira un’atmosfera di Apocalisse imminente con delle voci allucinate che emergono da un magma ribollente e abrasivo (mi sono venuti in mente i Current 93 di Nature Unveiled).

Il secondo movimento inizia in maniera pacata ma poi la musica diventa via via sempre più deflagrante e rumorosa in quello che è un vero e proprio viaggio verso l’abisso.

Per cultori del noise.

Disponibile su Bandcamp: https://lucesia.bandcamp.com/album/076-odrchestra-prima-opera-2

 

 

 

 

 

ODRZ70                             Recensione "ASCENSION MAGAZINE"

04-08-2020

ODRZ + Sisto Palombella - "ODRZ70" (CD Hellbones Records)

Una sola parola.....spiazzante.

Un duo vetero industral-noise incontra un artista di strada fornito di fisarmonica con elettronica (synth accordion). Sibili, oscillatori, rumore bianco, filtri di MS-20 incontrano passaggi di accordi tastieristici, quasi da organo: incredibile come Sisto riesca a tirare fuori suoni del genere da uno strumento monodimensionale come la fisarmonica (pur sempre modificata).

E' molto difficile equilibrare due fonti di suono cosi' diverse ma, devo dire che l'amalgama é perfetto, non c'e' un sopravanzare dell'uno sull'altro.

La musica trascina l'ascoltatore in un vortice di suoni in tensione a levare dove le trame si incupiscono col passare del tempo.

La fisarmonica traccia il solco infernale e ODRZ lo riempie con la psichedelia di reminiscenze di effetti speciali fantaorrorifici. Due tracce due, ventiquattro minuti tra l'avant garde e il cosmico in un crescendo siderale.....

Voto 8/10

https://hellbonesrecords.bandcamp.com/album/odrz-sisto-palombella-odrz70

 

 

 

 

 

"Prima Opera"  di  ODRchestra

ODRZ74                             Recensione "Darkroom Magazine"

(Luce Sia)

30-07-2020

Time: MC (26:00)

 

Rating : 6

 

Progetto estemporaneo formato da otto membri, parte dei quali già apparsi in progetti come Icydawn e ODRZ, ODRchestra si pone a metà tra la sperimentazione, l'improvvisazione e le partiture sinfoniche.

Nato nel 2019, vede l'unione di strumenti classici, nuove creazioni preparate e partiture elettroniche, fatto che rende il disco un crocevia stilistico accostabile ai mélanges di gente come Nurse With Wound, sebbene qui siamo dinnanzi a musica e rumori suonati e solo in minima parte "recuperati" da fonti esterne.

L'intreccio vede un andamento in parte lineare e in parte ritmico, arricchito da ripetizioni cadenzate di elementi elettroacustici e noise su cui si incastonano sezioni tonali estemporanee, ma anche tappeti tonali continui.

Il primo movimento è un mix controllato in cui il noise tranquillo si lascia condurre da moti ondulatori più o meno estremi.

Il secondo movimento vede esplosioni più tirate dove il miscuglio sonoro diventa concatenazione di spunti molteplici, aggrovigliati in soluzioni che possono ricordare alcune improvvisazioni live di Orridge, minimali ed evocative, lisergiche e provocatorie.

Spunti ironici si uniscono a citazioni, fatto evidente già dall'artwork che riprende il marchio della Deutsche Grammophon, nonché dal montaggio dei volti ripetuto all'infinito.

Lavoro volutamente ostico e sperimentale, nato dall'urgenza artistica di esprimersi e comunicare senza rivolgersi ad un pubblico ben definito.

Edito solo su nastro in una tiratura di appena 70 copie.

Michele Viali

 

 

 

 

 

ODRZ70                             Recensione "METALHEAD"

Di redazione666

24 Luglio 2020

ODRZ & SISTO PALOMBELLA – “ODRZ70”

(Hellbones Records)

Congiunzione contorta, assurda ed improbabile. Oltre che dannatamente geniale.

Ordz è un duo dedito alla sperimentazione musicale, in ambito industrial-noise.

Sisto Palombella è invece un fisarmonicista non convenzionale, il quale usa lo strumento anche in versione con elettronica incorporata (synth accordion).

Assieme, le due entità hanno dato vita a queste due stranissime tracce, le quali attivano nella mente dell’ascoltatore uno stato di trance, tra l’eccitante ed il rilassante, tra il frenetico e l’onirico.

I suoni digitali, ambient e campionati degli Odrz creano paesaggi psichedelici intensi, scenari oscuri che si alternano a visioni luminose… il tutto sferzato dalle divagazioni soliste del Palombella, generando sensazioni tra il moderno ed il classico, il terrestre ed il cosmico, con una immensa direzione avant-garde che non rifiuta di citare certi favolosi eccessi tipici del Tango più rivoluzionario.

Suoni siderali e fisarmonica libera da ogni regola.

Freddezza industriale e poesia melodica.

Il gusto asettico di rumori inquietanti, pulsazioni ad alta frequenza e vibrazioni galattiche, reso carnale, riportato all’origine, agli inizi, all’alba… verso un nuovo misterioso ed eccitante tramonto.

(Luca Zakk) Voto: 8/10

 

 

 

 

 

"The End Of The Beginning / The Beginning Of The End"

ODRZ64                             Recensione "Darkroom Magazine"

18-11-2019

MONOFONIC ORCHESTRA/ODRZ

 (Luce Sia)

Time: VIN 7 poll. (11:02)

 

Rating : 7

 

Curiosa sperimentazione immortalata dalla notevole label Luce Sia durante un live milanese risalente al marzo del 2018, frangente in cui venivano fuse due anime sonore estremamente distanti: da un lato Monofonic Orchestra, progetto di Maurizio Marsico, e dall'altro ODRZ, in pratica la disco-synth-music ripetuta in loop e creata su toni insistenti e stranianti e le vibrazioni noise assemblate senza mezzi termini.

Due opposti che si toccano nella loro linea tonale insistente e continua, generata da un'emissione costante, elettrificata in un'onda perpetua che si propaga all'infinito in un mare di sinteticità figlia degli anni '80, ma anche della volontà di scollegarsi da riferimenti precisi e di staccare il cordone che lega i suoni a qualcosa di concreto o di contingente. Il primo pezzo, "The End Of The Beginning", ha un andamento più divertito e smaliziato in cui la disco contrasta con i rumori grezzi; l'altro pezzo, "The Beginning Of The End", mostra una capacità di sintesi tonale più spiccata, dove gli opposti si fondono e l'elettronica retrò diventa un unicum superando le divisioni tra noise duro e synth di marca space.

Le due tracce vengono fissate su un 7" esclusivo con tiratura a 250 copie e immancabile "punctured" larga, come da tradizione anni '70/'80.

Una bella sorpresa risalente ormai al 2018, ma comunque da recuperare per chi già non lo avesse fatto.

 

Michele Viali

 

http://www.odrz.org/

https://lucesia.bandcamp.com/

 

 

 

 

 

ODRZ67                                            Recensione "Ver Sacrum"

Caesar in Recensioni

ODRZ: 67

Nuova uscita per lo storico progetto post industriale italiano degli ODRZ.

Si tratta di un nome oscuro che ha attraversato la scena italiana degli ultimi anni in maniera sotterranea.

Il nuovo lavoro, intitolato 67, esce per l’etichetta spagnola Marbre Negre.

ODRZ ha sempre fatto una musica dura e senza compromessi e, per l’occasione, non si smentisce. Le 3 tracce di “67” si caratterizzano per la presenza, in ognuna di esse, di 3 voci femminili.

Nel primo brano – “Assign” – troviamo ospite Braconidae di cui, di recente, ho avuto modo di parlare in maniera positiva del suo ultimo disco. Le ambientazioni elettroniche sono cupe  ed evocano scenari da cronache del dopobomba mentre, sullo sfondo, Braconidae recita un testo delirante.

Nella seconda parte la musica diventa pero’ piu’ pacata e melodica svelando soluzioni melodiche inedite e molto interessanti. Nella successiva “ρετή”, con Laura Agerli alla voce, l’atmosfera generale vira decisamente verso l’esoterico e l’occulto. La Augerli recita un testo parareligioso dai contenuti inquietanti: il tutto suona, sinceramente, un po’ naif e ricorda certe cose dei primissimi Ain Soph, quelli, per intenderci, della trilogia magico rituale di I, II, e III.

La conclusione e’ affidata a “I 44 giorni di Junko”. In questa traccia, in cui troviamo ospite LaMetàfisica, se possibile, la musica diventa ancora piu’ devastante e da suicidio. Possiamo ascoltare sonorita’ harsh noise allucinate e corrosive che dipingono scenari post apocalittici. L’illustrazione raffigurata in copertina – un’opera di arte contemporanea – e’ opera della storica collaboratrice di ODRZ  Loredana Mandressi.

Disponibile in cd, su Bandcamp e in un digifile apribile:

 https://marbrenegre.bandcamp.com/album/67 .

 

 

 

 

ODRZ67                              Recensione "Darkroom Magazine"

04-07-2019

ODRZ   "67"

(Marbre Negre)

 

Time: CD (28:25)

 

Rating : 5

 

Progetto italiano di stampo noise industriale, ODRZ continua con questo "67" il suo percorso stilistico aspro basato sì su toni duri, ma aperto ad intrecci semi-melodici con effetti contrastanti che rimandano a varie realtà della scena underground mitteleuropea.

Questo nuovo lavoro è composto di tre lunghe tracce, caratterizzate dalla presenza di una vocalist femminile diversa per ognuna di esse. Anche i suoni riescono a spaziare su soluzioni diverse, rimanendo però fedeli ad un imprinting di base che è marchio di fabbrica di questo act. L'avvio di "Assign" mescola esiti ferrosi e cupi con grovigli stridenti in un incedere che non sembra voler seguire una logica precisa, salvo assestarsi nei paraggi di folate ambientali torbide e tetre. A fare da contraltare la voce di Braconidae, che intona una litania inquietante.

La traccia successiva insiste più su cacofonie e rutilanti passaggi post-industriali, le voci - non indimenticabili - imbastiscono un recitativo sacral-ritualistico mentre, sullo sfondo, si dimenano rumori sintetici con disimpegni tonali quasi anni '70.

La chiusura rincara la dose sulle cacofonie analogiche, sebbene la resa audio rimbombante non aiuti a seguire il marasma noise, che non disprezza retaggi di scuola giapponese. Nel complesso "67" appare freddo, a tratti cervellotico, sempre in bilico tra la necessità velata di stabilire un legame comunicativo con l'ascoltatore e il piacere di assalirlo senza mezzi termini.

In linea con altre produzioni del monicker, ma con alcuni limiti evidenti di resa audio. Disponibile sia in file scaricabile tramite Bandcamp che in un essenziale digifile apribile.

 

Michele Viali

 

http://www.odrz.org/

https://marbrenegre.bandcamp.com/

 

 

 

 

 

"The End Of The Beginning / The Beginning Of The End"

ODRZ64                             Recensione "BLOW-UP Febbraio 2019"

 

 

 

 

 

"The End Of The Beginning / The Beginning Of The End"

ODRZ64                                            Recensione "Rosa selvaggia"

 

MONOFONIC ORCHESTRA + ODRZ

The end of the beginning / The beginning of the end

7” (Luce Sia)

Maurizio Marsico, nome storico della scena sperimentale anni Ottanta, e il duo ODRZ si sono incrociati il 24 marzo 2018 per un live congiunto al Reverso Festival a Milano: ne è nato uno storico episodio di quello che la scena italica può offrire come estrosità ed avanguardia e la svizzera Luce Sia ha pensato bene di immortalarlo con un 7” che raccoglie frammenti selezionati di quella performance, con due brani in cui le filosofie dei due progetti si fondono perfettamente: nel primo lato un diluvio di frequenze scandite da ritmi forsennati trascina l’audience per circa cinque minuti, preparando il terreno per il lato b, più sognante e astratto, ma sempre scandito da incursioni noise/industrial abrasive.

Single molto interessante, che si auspica possa avere un seguito, magari con uno split vero e proprio nei mesi a venire.

Sito web: http://www.odrz.org

(M/B’06)

 

 

 

 

 

"The End Of The Beginning / The Beginning Of The End"

ODRZ64                                            Recensione "Ver Sacrum"

 

MONOFONIC ORCHESTRA, ODRZ: THE END OF THE BEGINNING / THE BEGINNING OF THE END

DI CAESAR (7" - LUCE SIA, 2018)

RECENSIONI 12 FEBBRAIO 2019

Esce, per la sempre attenta LUCE SIA The End Of The Beginning / The Beginning Of The End, una curiosa collaborazione fra Monofonic Orchestra e ODRZ. Dietro la sigla Monofonic Orchestra si cela l’influente figura di Maurizio Marsico: si tratta di uno sperimentatore che si diverte – come da lui dichiarato – “a far impazzire sintetizzatori”.

Oltre che con Monofonic Orchestra è attivo anche – fin dagli anni ’80 – con le sigle The Space Boys, Fontana, Frisk The Frog e Soul Boy e anche con il suo nome. ODRZ è invece il progetto post industriale di Massimo Mascheroni e Antonio Maione. In pratica si tratta di una registrazione live effettuata a Milano il 24-03-2018 per celebrare la scena italiana della disco music di cui Maurizio Marsico ha fatto parte.

Marsico è, in ogni caso, un musicista colto ed eclettico che ha diviso la propria carriera fra ammiccamnenti spudorati alla disco music di consumo e sperimentazioni elettroniche radicali non lontane da certa Cosmica tedesca.

Ha così un solido background di musica di avanguardia e non ha nascosto la sua passione per il grande musicista minimalista Terry Riley. Siamo di fronte ad una performance radicale che riprende – attraverso un processo sonoro di destrutturazione e ricostruzione – delle tracce dell’ultimo lavoro di Monofonic Orchestra ovvero “Post Human Folk Music”, un disco molto electro-minimale e devoto ai Kraftwerk.

L’apporto industrial di ODRZ contribuisce a rendere l’ascolto straniante e surreale: sembra una techno acida e fuori di testa che mi ha ricordato Love’s Secret Domain dei Coil, un lavoro che ha avuto un’influenza sotterranea su molta elettronica. La registrazione live è stata effettuata in mono: il vinile proposto da LUCE SIA propone una selezione di alcune parti del concerto che, successivamente, sono state mixate.

Edizione limitata di 250 copie.

Disponibile su Bandcamp: https://lucesia.bandcamp.com/album/065-monofonic-orchestra-odrz-the-beginning-of-the-end-the-end-of-the-begining.

 

 

 

 

 

"The End Of The Beginning / The Beginning Of The End"

ODRZ64                                            Recensione "IL MANIFESTO"

 

Musiche oltre le gabbie sonore                     leggi lo stampato

- Cecilia Ermini, 19.12.2018

Note sparse.

 

Gli Odrz - coppia di sperimentatori da quasi vent'anni sulla scena, pubblicano un live in 7 pollici che documenta una performance con la Monofonic Orchestra.

Coppia di sperimentatori industrial noise, ODRZ (Antonio Maione e Massimo Mascheroni) fin dagli albori hanno scardinato le coordinate soniche, spaziando dalla musica concreta all’ambient fino all’audio-astrattismo senza dimenticare un aspetto performativo capace di dialogare con le altre arti.

Per gli ODRZ tutti gli spazi, le strutture, gli oggetti e gli abitanti del mondo si tramutano, tramite opportuni interventi artistici, in oggetto di sonorizzazione e proprio nei liquidi solchi del genere si colloca l’ultimo lavoro del duo, live in 7 pollici che documenta una performance insieme a Monofonic Orchestra. Un’improvvisazione, senza alcun canovaccio iniziale, che ha dato come risultato finale molto di più che non la somma delle due entità ma bensì un «sentire comune» che ancora, fortunatamente, privilegia, all’interno di gabbie sonore sempre più digitali, la fisicità quasi politica dello strumento.

 

 

 

 

 

"Gaslighting" di BRACONIDAE         Recensione "ONDA ROCK"

Braconidae  Gaslighting

2018 (Luce Sia) | drone music, dark-ambient, post-industrial

di Marco De Baptistis

 

Braconidae è l’alias dietro cui si cela Emiliana Voltarel, già tastierista in band di stampo gothic-rock come Yabanci e Bazalt. Il suo debut-album solista, intitolato “Gaslighting”, esce in vinile per la label svizzera Luce Sia. Siamo di fronte a un lavoro interessante: una cupa (ma mai banale) elettronica post-industrial in cui far confluire sia oscurità noise/drone ambient (in “Saturnalia” e “Amygdala”), sia suggestioni ritmiche electro-industrial che all’occorrenza si fanno abbastanza minimali e soffuse (“Time Capsule” e “Obsessive Similarity”).

L’artista torinese sembra guardare contemporaneamente verso certi Coil anni Novanta e verso un dark-ambient evoluto alla Lustmord, ma non solo. Il tutto, sembra decisamente - e fortunatamente - proiettato in avanti. Possibili confronti con lavori recenti di artisti come Drew McDowall, Hiro Kone o Puce Mary (nei suoi momenti meno noise e caustici) non sarebberi poi così peregrini, specie ascoltando brani come l’onirica “Fat & Feeder” ma anche le abrasioni noiseggianti di un brano come “Amygdala”, che vede anche la partecipazione dei milanesi ODRZ.

L’album ha idee e spunti molto validi come, ad esempio, la buona “Obsessive Similarity” con la collaborazione di Gerstein, ovvero Maurizio Pustianaz. Anche l’ansiogena “Time Capsule”, di cui è stato realizzato anche un video, non delude affatto mostrando una buona capacità di creare tensive atmosfere ipnotiche. “Gaslighting” mette in gioco vari e notevoli spunti, in alcuni casi da focalizzare e concretizzare in uno stile personale forse un po´meno dispersivo, ma Braconidae è sicuramente un progetto che mostra interessanti potenzialità future.

(06/12/2018)

 

 

 

 

 

"Gaslighting" di BRACONIDAE         Recensione "Sodapop"

12/09/2018

Written by: Emiliano Zanotti

Braconidae – Gaslighting (Luce Sia, 2018)

 

Viene da lontano la storia di Gaslighting, vinile dove Emiliana Voltarel, in arte Braconidae,  concretizza anni di vita e di esperienze, dalla militanza in band dell’area indie e dark torinese (ViolaShiva, Yabanci, Bazalt) a collaborazioni con avanguardisti dell’ex capitale sabauda come Gerstein e DsorDNE; in effetti, per quanto ciò che l’album esprime sia comprensibile ad ogni latitudine, un certo spirito oscuro che emerge dai solchi porta innegabilmente il marchio della città, dei suoi fantasmi, delle sue visioni: il particolare che si fa universale.

Ciò è evidentissimo in un pezzo come Time Capsule (non a caso scelto per il video promozionale), che fra synth spettrali, ritmi che echeggiano tribalismi lontani e voci recitate, ci proietta in un’atmosfera crepuscolare e molto cinematografica che ritroveremo spesso nel disco, non disgiunta da un certo spirito pop che rende i brani di buona presa pur non concedendo nulla alla faciloneria.

Affini sono Fat & Feeder, eterea e dubbeggiante, con voci sussurrate ad accavallarsi, e la conclusiva Gaslighting, dove dialoghi concitati si alternano a ritmiche serrate, strizzando l’occhio al lato più rumoroso del lavoro. Questo è inaugurato dalla collaborazione con ODRZ in Amygdala, dove il rumore post-industriale del duo milanese è fatto sorprendentemente convivere con melodie sommesse di synth, e trova valida continuazione nel nuovo incontro con Gerstein per l’elettro-industriale Obsessive Similarity e nello scuro strumentale A Short Life, prima lento e inquietante, poi animato da rapidi battiti metallici.

Se, tornando all’inizio, pensiamo che il disco viene aperto dalla bellissima Lupercalia, voce, ritmi e synth cosmici che danno forma più a un’evocazione che non a una semplice canzone, ci apparirà chiaramente il quadro di un lavoro sofferto e poetico dove ogni brano è una cartolina con notevole profondità di campo che ferma alla perfezione un attimo, ma sembra farlo, più che per renderlo eterno, per poterlo meglio esorcizzare. Si ascolta con piacere Gaslighting ma appena sotto la superficie si agitano fantasmi col lo rendono un album nient’affatto facile.

 

 

 

 

 

"Trialogo fra Maurizio Marsico (MONOFONIC ORCHESTRA) e Antonio Maione e Massimo Mascheroni (ODRZ)"

                                                        SPAZIO CONCEPT - Milano

Testo in PDF

 

 

 

 

 

"ODRZ60 Sinfonia n.2"                    Recensione "Frequencies"

ODRZ – ODRZ60 – Symphony No.2

 

Avere discografie sterminate è nella tradizione del noise-industrial: l’ensemble del milanese ODRZ giunge con questo lavoro al sessantesimo album, che non aggiunge nulla alla cifra stilistica della band (disagio al sapore di efferatezze) pur mantenendosi su un livello medio elevato, il mestiere ha il suo peso. Mi piace pensare che da qualche parte ci sia un collezionista giapponese che possiede la produzione completa degli ODRZ.

 

 

 

 

 

"GASLIGHTING" partecipazione di ODRZ con ODRZ57

                                                         Recensione "Ver Sacrum"

BRACONIDAE: GASLIGHTING

DI CAESAR (LP - LUCE SIA, 2018)     RECENSIONI    21 AGOSTO 2018

 

Avevo gia’ parlato di Braconidae a proposito del primo EP pubblicato su CDr e cassetta.

Ora esce per la LUCE SIA, in edizione in vinile limitata a 200 copie con il codice per il download della versione digitale, il primo disco intitolato Gaslighting.

Anche in quest’occasione la tastierista Emiliana Voltarel, titolare del progetto, si e’ fatta coadiuvare da elementi di spicco della scena post industriale italiana come Maurizio Pustianaz aka Gerstein, ODRZ e Marco Milanesio che si sono occupati anche del missaggio delle tracce.

Non posso non confermare le impressioni positive dopo l’ascolto del precedente EP Magnetic Reel: ci troviamo di fronte ad un’elettronica glaciale ma che racchiude, in realta’, un’anima.

Dietro alla composizione di Gaslighting si avverte un rigoroso lavoro di studio: i suoni stratificati non sono casuali ma sono stati scelti attraverso una ricerca che riuscisse a portare alla luce lo stato d’animo dell’artista e il suo universo.

Ascoltando il disco sembra di fare una sorta di “viaggio al di la’ del tempo e dello spazio” nelle profondita’ abissali del cosmo.

Le pulsazione elettroniche della traccia iniziale “Saturnalia” ci immergono in un’atmosfera ipnotica e rituale proiettandoci in una dimensione cupa e profonda.

In “Amygdala” possiamo ascoltare il suono di animali sconosciuti appartenenti ad un altro pianeta mentre la successiva “Time Capsule” e’ siderale e cosmica e prefigura un futuro non cosi’ lontano. Dopo le ambientazioni pacate e minacciose di “Fat & Feeder” siamo avvolti dagli inquietanti sibili e ronzii di “Obsessive Similarity” che dipingono un paesaggio futurista.

I clangori di “A Short Life” e le atmosfere dark industrial della title’track chiudono in maniera perfetta un disco che non esito a consigliare agli amanti dell’elettronica piu’ oscura e del dark’ambient.

 

Disponibile su Bandcamp al seguente link:

https://lucesia.bandcamp.com/album/056-braconidae-gaslighting

 

 

 

 

 

 

"1st LUCE SIA meeting" - Live at SPAZIO LIGERA - 28/10/2017

27 Dicembre 2017 - Recensione 'Sodapop'

 

http://www.sodapop.it/phnx/fa-r-o-d-r-z-mulo-muto-28102017-spazio-ligera-milano/

 

27/12/2017   LIVE

WRITTEN BY: EMILIANO ZANOTTI

 

F:A.R./O.D.R.Z./Mulo Muto –

28/10/2017  Spazio Ligera (Milano)

 

Una serata Luce Sia al sempre attento Ligera è una buona ragione per convergere su Milano, tanto più se il cartellone offre un insperato concerto dei leggendari F.A.R. con gli ormai collaudati padroni di casa O.D.R.Z. e i frontalieri Mulo Muto a fare da scudieri; tutti nomi che l’etichetta Svizzera ha saputo valorizzare pubblicando ai conterranei Attila Folklor e Joel Gilardini un nastro in coabitazione con SShe Retina Stimulants, al duo milanese una collaborazione con MB che è una delle cose migliori nella recente produzione (invero non indimenticabile) del leggendario musicista e alla band di Mauro Guazzotti Mechanics & Music (Nastri’81– ’85), una compilation in doppio CD che raccoglie i tre demo prodotti nell’arco di quei quattro anni (Duello Sul Cervello,Final Alternative Relation,F:A.R. Prosthesis-Lust).

Proprio questa raccolta ci ha permesso di apprezzare quanto poco sia invecchiata la musica del gruppo savonese e quanto al tempo fosse in anticipo su molte proposte, non solo italiane e non solo in campo postindustriale (nei brani si colgono le propaggini più estreme del post-punk e, ad esempio in un brano ipnotico come Lights In The Deep, i prodromi di tutto il noise rock del giro Trance Syndicate  mischiati con suggestioni industrial-sinfoniche).

Va da sé che la resa live – a tanta distanza da quegl’anni e nonostante i buoni report di chi li aveva visti lo scorso anno in compagnia dei Sigillum S – rappresenti un’incognita, ma il meteo propizio di fine ottobre, con la totale assenza di nebbia, invita alla trasferta.

 

Il Ligera stavolta si presenta con un allestimento particolare della sotterranea sala concerti: amplificazione quadrifonica sistemata agli angoli e un secondo palco ai piedi della scala d’accesso. L’altro, quello solito, è nascosto da una miriade di palloncini bianchi dietro cui, ci dicono, si esibiranno i F:A.R..

Al solito il pubblico è lento nel finire la cena e solo verso le 23 siamo in numero sufficiente per consentire l’apertura delle danze a Mulo Muto: droni di chitarra e smanettamenti analogici sembrano prima voler evocare le nebbie e poi gettarci nei più profondi ed oscuri fondali. La seicorde rivela la sua natura solo verso il finale quando le atmosfere si fanno più ariose e il pubblico può sfruttare la sistemazione dell’impianto audio variando il punto d’ascolto e cogliendo ogni volta accenti particolari.

 

Senza soluzione di continuità gli O.D.R.Z. prendono posizione sul finire dell’esibizione dei due elvetici e partono senza complimenti con noise granulare e urla distorte, un benvenuto per stomaci forti. Sopravvissuti alla terapia d’urto la cosa si fa meno estrema ed è più che benvenuta una certa varietà (parlare di aperture melodiche mi pare eccessivo) che nella sua imprevedibile mutevolezza rende interessante il concerto di un duo che ridefinisce il senso della locuzione “tecnico del suono” (questi suonano chini sui loro strumenti avvalendosi di fogli dove immagino siano “progettate” le composizioni!).

 

Spente le macchine si ruota di 180 gradi per assistere all’evento clou della serata. “Assistere” si fa per dire, perché la cortina di duecento palloncini bianchi (il cui gonfiaggio e assemblaggio deve aver rappresentato una performance di per sé) donerà al concerto dei F:A.R. un effetto vedo-non vedo in linea con la particolarità del gruppo. È dunque il momento della verità: se siamo venuti, dopo aver assistito o sentito di mille reunion-pacco, è perché l’idea è quella che un gruppo del genere sia irriducibile ad ogni nostalgia o opportunismo, senza un canovaccio da recitare e privo di vecchie hit da proporre nei bis con voce ormai stanca: non hanno nulla da perdere e anche meno da guadagnare i F:A.R. e questo può essere il loro punto di forza. Della performance basterebbe dire che quando si conclude, dopo circa tre quarti d’ora, la percezione che ho è quella di una durata ben più breve e che  mi sarei goduto ancora a lungo; in realtà il tutto dura il tempo del gin lemon di Guazzotti, per cui in futuro sarà il caso di fornirgli quantomeno un bicchiere più grande. Ben supportato da Grazia Stella e Germana Oliva, che si occupano delle voci e delle cianfrusaglie presenti sul palco (pentole, campanelli, una scassata sirena antiaerea…), il nostro si dedica al laptop, ben integrato in un suono che resta tuttavia fedelea quello materico e ruvido delle origini, e occasionalmente al cantato, stando ben lontano dalle gigionerie alla MGZ e preferendo un approccio più composto, salvo in un paio di momenti significativi.

È il caso di una declamazione veemente su tappeto di battiti sintetici e fischi che farebbe impallidirei primi Disciplinatha (figurarsi quelli di adesso…) e di una magistrale versione di Paraparapá cantata affacciandosi fra i palloncini con tanto di bastone sciamanico e urlando profezie da brividi (“è il nostro Genesis P-Orridge” dice qualcuno e credo non si allontani molto dalla verità).

Segnalati questi picchi resta da dire di un concerto comunque di alto livello, fra momenti ipnotici al limite dalla catalessi e rumorismi assortiti, testimonianza di una musica che non solo non ha perso un grammo di attualità ma che ha il merito di essere suonata con un’intensità rara. La conferma che cercavamo ma non speravamo di ottenere, almeno a questi livelli.

 

 

 

 

 

ODRZ55  -  01 Dicembre 2017        Recensione "Darkroom Magazine"

MAURIZIO BIANCHI + ODRZ

"MAUBIA55+ODRZ55"

(Show Me Your Wounds Production/Luce Sia)

 

Time: CD (36:12)

 

Rating : 6

 

Collaborazione tra il decano della scena industrial Maurizio Bianchi e il collettivo ODRZ, "MAUBIA55+ODRZ55" consta di tre tracce di rumorismo duro e puro, con un occhio diretto agli anni '80 ed alla old-school del settore e con l'altro (in maniera forse anche indiretta) con uno sguardo al nonsense di marca giapponese.

Il primo pezzo è il più articolato dei tre, con una base circolare simil-dub insistente su cui vengono posti a contrasto rumorismi evocativi dal sapore metallico e stridente, creando l'opposizione tra uno scorrimento lineare e uno spezzato e quasi improvvisato, cui si va ad aggiungere una base ritmica che funge da collante tra le parti. Con il secondo pezzo si passa a toni analogici rudi, proposti in una stratificazione che crea un marasma infuocato dove i rumori sembrano urlare vendetta, il tutto in ricordo di certe provocazioni sonore del passato che lo stesso Bianchi contribuì a mettere a punto.

La fase finale continua su motivi saturi e densi in un sovraccarico tonale che ormai non è più osservabile da alcuna angolazione particolare, trasformato in un coacervo da subire come tante altre produzioni simili. Di sicuro non uno dei lavori migliori per le due parti coinvolte, questo CD ha uno spirito estemporaneo: parte con buone basi d'assemblaggio e finisce per naufragare in un mood rumoristico non sorretto da temi specifici, né strutturato in modo da poter essere seguito secondo una logica. Rimane viva la maestria nel gestire il noise secco con riferimenti specifici agli albori del genere, nonché una confezione più che originale creata dall'unione di due pannelli di gomma colorata, fissati tra loro con parti metalliche apribili. 290 le copie prodotte.

Michele Viali

 

http://www.odrz.org/

https://www.facebook.com/LuceSiaLabel/

 

 

 

 

 

ODRZ55  -  06 Novembre 2017        Recensione "Rosa selvaggia"

MAURIZIO BIANCHI+ODRZ
MAUBIA55+ODRZ55
CD (Show Me Your Wounds Production; Luce Sia)

Maurizio Bianchi e gli ODRZ uniscono le forze per questa uscita limitata a 290 copie di lacerante industrial. L'album si dipana su tre suite i cui cluster ad opera di Bianchi hanno subìto una vigorosa rimasticazione del duo lombardo che ci ha costruito una solida officina intorno, come da tradizione.

E così, le caratteristiche trame sonore di Maurizio attraversano i singoli brani immerse in scrosci di metallo urlante, macchinari infernali e frequenze fuori dallo spettro uditivo, che ti prendono al cervello, creando un effetto di apocalisse e vuoto esistenziale a un tempo.

La prima traccia ha dei loop quasi psichedelici che pervadono il brano sino alla fine, infestati dai rumori più svariati, mentre la successiva incarna la ruvidità del noise più aggressivo, a cui segue la terza con nuovi loop riverberati e rumori usuranti sui quali si innestano le dissonanti atmosfere di Bianchi che prevalgono intorno a metà brano per poi reimmergersi nelle claustrofobiche atmosfere metalmeccaniche.

Molto originale la confezione fatta di due quadrati di pavimento gommoso uniti da quattro elementi metallici, caratteristica ormai consueta degli ODRZ.
http://www.menstrualrecordings.org/maurizio_bianchi.htm

http://www.odrz.org

 

 

 

 

 

ODRZ55  -  29 Settembre 2017        Recensione "Ver Sacrum"

CD prodotto da Luce Sia

 

Maurizio Bianchi, spesso conosciuto come M.B., è da considerare una figura leggendaria della musica industrial italiana: influenzato dai Corrieri Cosmici e, in particolare, dai primi Tangerine Dream e dal loro “Zeit”, il musicista milanese può essere considerato uno dei capostipiti del genere.

Tutti l’industrial italiano ha dovuto fare i conti con questa figura schiva e sfuggente che ha poi intrapreso un percorso personale che lo ha portato ad unirsi con i Testimoni di Geova. In ogni caso dischi comeSymphonie for a Genocide – che parlava degli orrori dei campi di concentramento – , Menses,Regel, Endometrio, Carcinosi e Armaghedon sono ancora oggi delle pietre miliari e un punto di riferimento per decine di sperimentatori.

Maurizio Bianchi ha avuto delle grandi pause creative ma attualmente è ancora attivo come dimostra questa collaborazione pubblicata dalle etichette svizzere Luce Sia e Show Me Your Wounds insieme agli ODRZ.

Dico subito che ci troviamo di fronte ad un grande disco che si presenta con una colorata confezione in gomma grigio e rossa: insomma un feticcio per collezionisti nela migliore tradizione industrial.

Il cd, intitolato MAUBIA+ODRZ55 è composto da 3 brani in puro stile industrial delle origini, quello di gruppi come Throbbing Gristle, SPK, Whitehouse e delle stesso Maurizio Bianchi tanto per capirci.

e ambientazioni e le atmosfere sono corrosive, parossistiche e da suicidio: sembra la colonna sonora di un documentario sull’Apocalisse. Le basi sonore sono state fornite da Maurizio Bianchi su cui gli ODRZ hanno costruito una materia magmatica e ribollente fatta di clangori metallici e materia incandescente. Edizione strettamente limitata a 290 copie.

Caldamente consigliato a chi ama l’industrial italiano.

Disponibile presso il catalogo di Luce Sia al seguente link: https://www.facebook.com/LuceSiaLabel/ .

 

 

 

 

 

Evento-Tributo a Claudio Rocchi” - 18 Giugno 2017

Recensione di Mauro Sabbione

 

 

 

 

 

"VIVA ITALIA" -  2017        

Libro enciclopedico (con 4 CD), del giornalista russo Dmitry Vasilyev, sulla scena musicale sperimentale italiana, dal 1955 al 2015.

Anche ODRZ sono presenti.

 

Immagini dal libro:  01   02   03   04   05  

 

 

 

 

 

ODRZ52  -  23 Giugno 2016        Recensione "Darkroom Magazine"

ODRZ

"ODRZ52"

(Luce Sia)

 

Time: MC (30:00)

 

Rating : 7

 

Prolifico progetto attivo da ben quindici anni, ODRZ si muove abilmente nei territori indefiniti della non-musica cercando di superare le canoniche definizioni di industrial e noise con un suono che riesce a passare dall'assalto frontale all'audio-astrattismo.

Forte di una lunga sequela di uscite in edizioni particolari e tirature esigue, l'act italiano mette insieme questo nastro a partire dai suoni e dalle atmosfere del live del 12 dicembre 2015, concepito nel quindicesimo anno di vita del progetto. L'album si snoda attraverso due lunghe tracce che sintetizzano il background del combo sia sul piano creativo che su quello formativo.

Il primo pezzo prende quota lentamente con brutalizzazioni audio inizialmente imperniate su frequenze alte, presto doppiate da nervosismi più baritonali che portano verso un cumulo di macerie elettrificate e metalliche, apripista di una continua e feroce contorsione tonale che si appiana sul finire del brano.

La seconda traccia assume forme più lineari a fronte di una concretizzazione noise che nasconde in seno suoni naturali e cenni semi-melodici, per un impianto che conduce in uno stato di trance.

Nel gioco di ombre sonore si intravedono spettri, incubi e realtà per un pezzo più orientato verso il noise-ambient, scevro dalla violenta aggressività del suo predecessore.

Nonostante la sua età ODRZ è ad oggi un nome ancora da scoprire, quasi una mosca bianca se paragonata alla realtà locale e nazionale, apparendo piuttosto vicino alle distorsioni meccanizzate di stampo estero con menzione particolare per i japanoisiers.

"ODRZ52" ha il sapore di una summa da cui poter partire per conoscere questa interessante voce fuori dal coro.

Album edito solo su cassetta in una tiratura di 60 copie, arricchite da un eccezionale packaging serrato da una catena di ferro la cui apertura metterà a dura prova la pazienza dell'ascoltatore!

Michele Viali

https://www.facebook.com/LUCE-SIA-168848936784613/

 

 

 

 

 

ODRZ52  -  Maggio 2016        Recensione "Rosa Selvaggia"

ODRZ

ODRZ52

Tape (luce Sia)

 

Dopo una nutrita serie di uscite in gran parte sotto forma di CD e CDr (ma anche 7” in vinile e supporti USB) prodotti in larga parte dalla norvegese TIBProd. ed inaugurata nel 2003 con “ODRZ05”, la coppia di sperimentatori bergamaschi approda alla sua prima cassetta grazie alla collaborazione con la label elvetica specializzata Luce Sia, giunta alla sua tredicesima uscita dopo un’ interessantissima sequenza di proposte nell’ambito della “grey-area” italiana di vecchia e novella scuola.

C30 limitata a soli sessanta esemplari, “ODRZ52” (che prosegue la tradizione del gruppo di numerare progressivamente i suoi “dispacci” sonori) ci offre un valido spaccato del visionario tratto noise-avanguardistico della coppia orobica, da sempre attiva nella ricerca di ardite sonorizzazioni di spazi ed oggetti non convenzionali. La frequenza maligna su rumore bianco di “ODRZ52.A”, squassata da voci rabbiose filtrate all’inverosimile, da il benvenuto nell’universo ODRZ, evolvendosi, rinnovandosi ed avvitandosi continuamente a partire dal minuto 3:46 in un vero e proprio “maelstrom” di devastanti proporzioni nel quale perdersi irrimediabilmente fino al termine dei suoi quindici minuti.

Giusto il tempo di premere “Play” sul lato B per sorprenderci dell’inizio quasi soffuso di “ODRZ52.B”, galleggiante su di un substrato di natura ambientale “sporcato” da cosmici, seppur ruvidi, feedbacks che solo nei minuti finali tendono ad alzare il livello delle ostilità sovrapponendosi a frequenze via via più moleste.

ODRZ riescono nella non semplice impresa di inserire una serie di spunti affatto scontati all’interno del loro complesso mosaico rumoristico, fattore che sa fare una certa differenza in un ambito altrimenti troppo facilmente ripetitivo e spesso adagiato su pochi, prevedibili cliché.

Una nota speciale – infine – sulla originalissima confezione del nastro, che vi constringerà con una certa dose di crudeltà a spaccare la lucente catenella metallica raccolta intorno alle bobine della cassetta. Se non è feticcio industriale questo…!

(Oflorenz)

 

 
 
 
 

15simo

di ODRZ

12-12-2015

 

 

 

Recensione 'Sodapop'

Solchi Sperimentali

Italia

2015

 

 

               

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
 
 

ODRZ05

Mmm, I guess that around Norway’s Tibprod revolves really nice stuff. This one is no exception. Odrz is from Italy and delivers here a conceptual record. This was recorded while watching television and I guess (if I follow the logic of the booklet) they altered the whole recording few days after. So they used six televisions between 8 PM and 9 PM on February 28 2002 as source. The whole result is way more interesting that I anticipated. This long track is not just an addition of TV sounds with some fucked up effects; this is a pure noise construction. What’s interesting is that the noise alteration is not really boring and the TV waves noise make it really looks like a late night fucked up intrusion into the life of an alienated guy who’s always in form of his TV set. Interesting but not that groundbreaking, but I like those who try to exit the path of normality… 

http://www.angelfire.com/punk2/itfor/Reviews/reviewmay2004.html

 

 

The live performance consists in undergoing alterations the sound broadcasted in real time by the television networks, showing images at the same time". Uh? Mediocre harsh noise - not even that harsh - generated by tv audio though distortion and phaser, or whatever. Jeez, I could even recognize a footbal match. Why should I listen to 60' of this? Is the concept that interesting? Isn't tv bad enough, should I also listen to its harsh noise version? 

http://www.chaindlk.com/reviews/index.php?search=odrz&type=music&category=0&format=0

 

 

ODRZ on February 28th, 2002 recorded 6 Italian nationwide television networks for an hour and a few days after he processed those sounds (the audio part of it) thus rendering the original sounds beyond recognition. An hour long distorted sounds, that could have also come from radio, various processed bird sounds or fifty different fridges - but it's TV and the idea is probably the distortion of reality or to show how dum we get from watching TV and that communication gets thinner and thinner, the more we watch the tube. It's a bit unclear why this has to be an hour. It could have been 20 minutes and it would have made exactely the same point. Now the noise acts as a background in very much the similar way as TV does for a lot of people. When it comes to mixed media music pieces, I think I still prefer Cage's Variations 4. (FdW)

http://www.staalplaat.com/vital_archive/389.txt

 

 

Wloska grupa ODRZ za swoje glówne zródlo inspiracji powziela sobie telewizje. Odnajdujac w nich braci w fascynacji teoria mass mediów przystapilem do penetracji dzwiekowych zasobów w gatunku który mnie wcale nie zdziwil – noise i lekko industrial. Poziom moze i oklepanej konwencji, ale zawierajacy w sobie wszystko to co powinna miec tego typu produkcja. Fascynacja, fascynacja, ale ODRZ stawiaja sobie za cel sciagniecie ludzi z nalogowego siedzenia przed skrzynkami. I mozna powiedziec, ze udalo im sie osiagnac swój cel. Ich efekt zostal wykreowany na bazie równoczesnej pracy efektów z jednoczesnych nagran dzwieku plynacych z 6 róznych odbiorników telewizyjnych. Nagranie odbywalo sie przez 1 godzine, dnia 28 lutego 2002 roku pomiedzy 8 a 9 wieczorem, a powtórzone 9 marca 2002. ODRZ przemiksowali strumienie dzwieku nadajac mu twarde i mocne kontury, w taki sposób ze ciezko rozpoznac pojedyncze ciagi telewizyjne. Ten mozaikowy wzór to jak mówilem glównie noise i tylko halas pozostaje praktycznie na calosci materialu. Ekstensywne zabarwianie efektami powoduje, ze koniecznie trzeba wylaczyc odbiorniki w calym domu i najlepiej jeszcze zaopatrzyc sie w srubokret, aby rozkrecic glosniki i sprawdzic czy aby nie wybuchaja. Zakres manipulacji, nakladania warstw i distortion, poszerza sie wrecz nieskonczenie tworzac, w linearnym nastepstwie, szalenczy i chaotyczny noise, z którego trudno ulepic jakikolwiek sensowny przekaz telewizyjny. Konceptualna sztuka oparta na zdobyczach cywilizacyjnych przeradza sie w halasujace, medialne monstrum, które dopiero tworzy papke z glowy – wieksza niz wypowiedzi Romana Giertycha. Rozpuszczanie dzwieku, obrzucanie efektami, transformowanie, modulowanie – nie ma znaczenia jakimi sposobami osiagneli swój cel ludzie z ODRZ. Wazne jest, ze prawie godzina dobrej antymuzyki rozpruwa po raz 4 moje uszy i skutecznie odciaga od sleczenia przed bozyszczem cywilizacji, tylko naklania do ponownego, masochistycznego katowania sie strumieniem noise w wykonaniu ODRZ.

http://www.ikultura.net/ 

 

 

The television set is the main subject of this project of the Italian art group ODRZ. Their goal is to chase people away from their television sets. And I can only say they succeed in their goal quite well. Their industrial noise (as they themselves quite correctly call it) is build up by mixing and using a lot of effects on six different soundrecordings of one hour of tv, recorded on the 28th of February 2002 between 8 and 9 p.m. and alterated on the 9th of March 2002. ODRZ mixes these streams in such a way that you hardly ever hear they work with tv-streams. It's basicly a lot of noise and not much more most of the time. The kind that would indeed make you turn off your tv if this sound hailed for it. In fact it would most probably make you reach for your screwdriver to open your speakers and see if you haven't blown them. No matter how much they thus succeed in their mission, they succed in one other thing as well to let me run to my cd-player and hit the off button just as hard as I would do on my tv. Statement made, now lets get some good music in the cd-player and not listen to the full hour this one track cd lasts.

http://www.funprox.com/index.php/reviews/2004_11/odrz-odrz05

 

 

ODRZ is een Italiaans kunstenaarscollectief dat onder andere industrial noise maakt. Hun releases nummeren ze en in 2003 kwam nummer 05 uit. Ze beweren met hun muziek fysieke beperkingen te overbruggen en de stemmen van alle objecten en personen van de wereld te laten horen.

Het doel van dit vijfde project is om mensen van hun tv weg te drijven. Hiertoe zijn simultaan zes geluidsstromen opgenomen van tv-zenders tussen 20:00 uur en 21:00 uur op 1 maart 2003. Deze geluidsstromen worden flink door elkaar en door de mangel gehaald.

Het doel dat ODRZ voor ogen staat, oftewel het mensen van de tv wegdrijven zou zeker lukken als ze hiermee op de tv zouden komen. Helaas betekent dit in mijn geval ook dat ik hard naar de uitknop van mijn cd speler toeren om zo snel mogelijk van deze teringherrie verlost te zijn. Het totaalproces is namelijk zowel onbegrijpelijk als ondoorgrondbaar.

Het constante geswoesj heen en weer tussen de speakers is alles behalve vrolijk makend. De melodieen die zo af en toe kortstondig doorbreken maken het nog net uit te houden. Toch is deze release echt alleen aan te raden voor die groep mensen die houdt van heel veel experiment en heel veel noise zonder structuur

http://ikecht.web-log.nl/ikecht/2004/11/index.html

 

 

It was nice of ODRZ to go to all the effort to record a CD for my birthday (March 9th is listed as the creation date in the liner notes) though I am not entirely sure whether their efforts were warranted. "ODRZ05" regurgitates an hour of TV signal into a steaming pile with enough recognizable bits that you can tell what they had for dinner the previous night but chewed up enough to turn things that lovely pinkish hue that seems to belong to the stomach contents of drunks everywhere. While I can appreciate the spectacle, I'm not so sure I want to act like a shameless dog and lick up this unappetizing pile of random spew. 

The recording is presented as a monolithic splat which is not a plus considering it's 60 minutes long. Processed it may be but the technique seems very much yoinked from a single text book - AM warbling, reverb and distortion with the odd bit of pitch shift (feedback cranked) to spice up the mealy porridge. The other ingredient that makes an appearance is a single mid range tone which slips in for the odd hello a number of times throughout the release. 

And that's it. The problem with this kind of thing is that unless you include a baggie containing the same drugs that the folks who tweaking the effects unit were on with each copy out the door, the listener is stuck a position not unlike that of an unwary bus rider trapped between a ranting crazy and several drunken rowdies on their way home from the sports bar. Unless you too are in the same inebriated state, the jokes don't strike as funny, the banter is increasingly annoying and the more they repeat themselves the lower your tolerance dips. Really, what's here at best should have been a short EP since there just ain't enough content, movement or resonance to justify the disc at once CDR burn. Unfortunately it seems that an hour of television is more than enough to put ODRZ to sleep.

http://industrial.org/releases.php?t=7735

 

 

 

ODRZ06

 

ODRZ06  Part I

This is an industrial conceptual work by italian project ODRZ. In its complete form, it consists of 9 parts, each of them describing a portion of the working day in an industrial factory. The whole opus thus celebrates the entire working day and has spanned 5 releases over two years. Here we are dealing with part I (8 to 9 am) and, as one could easily expect, the industrial flavour of the 1-hour long track is remarkable. Real sound samples from a live factory are used, and treated to give life to an atmosphere that is surprisingly softer than one would expect. In context. Machine rhythmic noises are blended in atmospheric backdrops, giving the composition a sort of nostalgic, even ritual taste. If anything, this is a factory as it is seen by the angels. A blend of industrial infected ambient that will not fail to raise quite a few eyebrows. I'm not aware of the extent to which the ODRZ projects are known in the international scene, but they seem to deserve high profile recognition, if only on the basis of what I ear in this disk. A fitting touch is the hand-made packaging, cardboard wrapped in a thick metal mesh, showing the singular approach of the duo, willing to escape the pre-packaged format in favor of something more spontaneous and, ultimately, intriguing.

Gianfri

http://www.darklifezine.de/dlzineX2frame_cdreviewsoct06.html

 

 

ODRZ06  Part I

ODRZ likes to put on a good concept. Previous releases included a release of six different Italian TV stations mixed together in a true Cagean way. 'ODRZ06-01' is the first part of a nine CDR set, which will all be released on May the 1st, perhaps to celebrate the day of labor, or perhaps to poke fun at this socialist tradition? We don't know. Like all his previous releases, this lasts exactly sixty minutes, and I think it's the celebration of the worker behind his conveyer belt, as this sounds highly industrial and the best industrial music captures the nature of a machinery hall in full operation. Along the lines of good ol' Vivenza, ODRZ made recordings of real machines and puts them through a wide array of sound effects. Unmistakably noise related this thing, but at times it's also getting a groove. Maybe not so much to dance too, but surely to tap those feet when behind that conveyer belt. Nice but long release. (FdW)

http://www.staalplaat.com/vital_archive/488.txt

 

 

ODRZ06  Part I

This disc is apparently the first of the series of concept albums that Italian wackos ODRZ have released documenting the italian workday, which is odd, since I received parts three and six last year. So obviously they aren't doing this in a chronological order. I've explained the concept behind these albums in my previous reviews, so I won't waste anytime here explaining it.

More or less, all of these albums are interchangeable, from the completely identical metal packaging the approach of the audio on display. Each album contains really fucking good sounds, but unfortunately said sounds get repeated over and over, to the point of extreme annoyance. And it sucks, because as I mentioned, the sounds themselves are excellent; pounding factory clank and skree, squealing synths and other things all sequenced into a blend of really good rhythmic industrial noise. But the same 5 sounds are quite literally looped for 60 minutes on each album, rendering them pretty unpleasant after awhile.
It really pisses me off that these guys keep taking the lazy approach with this material, because they really have talent for making kickass industrial noise music in a very pure sense. Here's hoping that this whole series of discs is eventually cut down to nine 5 minute tracks.

http://industrial.org/releases.php?t=23923

 

 

ODRZ06  Part III

This is the third installment in a series of conceptual recordings put out by Italian experimentalists ODRZ. The concept is this: they took samples from working at a factory and use the samples as the main source for each album. Each album in the series is supposed to chronicle a hour of the italian workday. The end result is a 60 minutes of rhythmic industrial noise goodness, but I'd be mister liar pants on fire if I said I don't have some gripes here.

Like the other installment in this series I own, things get very redundant after the first 5 minutes or so. The samples are really cool rhythmic found sound blended with feedback and other rather nice grit and grime, but everything just keeps going on basically in the same exact direction for the entire 60 minute period, like someone just hit repeat on a 5 minute track, or just taped down a key on their sequencer or something, occasionally changing the pattern every 15 minutes or so.

Like I said before, I do enjoy the stuff here, and that's what's got my panties all in a bunch. The sounds here and on the other disc are fucking amazing, the noises are dark and brooding, the samples percussive and abrasive, kind of like a more organic Seilwolf, but they just keep going on and on and it drives me insane. Instead of just looping a couple tracks for 60 minutes on all the albums, ODRZ should have cut the material down to a bunch of 5 minute pieces and then compiled it to an album. That would be 60 minutes of near perfection. Alas, that's not the case. 

http://industrial.org/releases.php?t=17561

 

 

ODRZ06  Part III Part VI

ODRZ è un interessante progetto artistico orientato prevalentemente alla musica (industrial-noise), volto alla ricerca e alla esplorazione di nuove forme espressive.. e questo progetto è tutto italiano! ..ODRZ06 è il sesto progetto del gruppo formato da AM e MM (ogni progetto viene identificato dal nome del gruppo seguito da un numero progressivo) e per questo progetto il concept seguito dai 2 artisti del rumore è quello di una normale giornata di lavoro in una fabbrica (8 ore di lavoro + 1 ora di pausa pranzo).. il progetto in questione è suddiviso in 9 parti (un cd per ogni ora) e le prime 2 parti che sono state pubblicate sono la VI (1 p.m. - 2 p.m. ) e la III (10 a.m. - 11 a.m.) ..non so il perchè di pubblicarle così, random, probabilmente c'è dietro qualche strano ragionamento.. comunque molto interessante la questione.. ah, dimenticavo le future parti saranno pubblicate il 1° maggio del prossimo anno. (Stacanovisti!!!!) ..ultimo elemento di folklore prima di partire con la "musica" riguarda la confezione del cd.. una maglia metallica che avvolge il cartoncino nero dove è racchiuso il disco.. e la cosa si fa sempre più "industriale".. 

 

..ma passiamo al contenuto del disco.. per ogni disco vi è un'unica traccia di 60 minuti che rappresenta quella determinata ora di lavoro (e presumo anche quel determinato reparto della fabbrica).. il disco 1 rappresenta la sesta parte che va dalle ore 13 alle 14.. probabilmente è quella dopo la pausa pranzo.. e infatti si nota come il rumorismo industriale sia sempre in crescendo e che sempre più strumentazioni si aziona col passare dei minuti.. il secondo disco è invece la terza parte del progetto ODRZ06.. qui il lavoro si fa più duro e meccanico.. meno rumoroso ma più vigoroso.. un ritmo ripetitivo, ossessivo (ma piacevole!).. che ci posso fare a me piacciono queste cose.. ripetitive, rumorose, ossessive, disturbanti, meccaniche.. comunque cercare di descrivere questo è piuttosto complicato.. è una vera rappresentazione di una giornata di lavoro in una grande industria.. tra presse, saldatrici, e tante altre macchine infernali.. gran bel disco.. aspetto le altre parti per poi poterle ascoltare tutte di fila in un futuro 1° maggio.. consigliato agli stacanovisti del rumore industriale!

http://www.stillborn-webzine.tk/

 

 

ODRZ06  Part III & VI

Another conceptual release by the Italian experimental noise combo. This time ORDZ visit the world of the factory sounds. Well let’s say it’s industrial noise… This album consist of another one 60 minutes track but this time it’s a 2 CD release… I guess that this release is the part III and VI of a nine part release??? Excuse me but isn’t that a little silly to release a nine hours release? But it represents a nine hours working day. But the most interesting part of that is that there’s music on it. Musically speaking it’s very awesome stuff. The part six is my favourite of the two. It’s a kind of very ambient industrial noise with a very very very repetitive but is never really becoming in the boring path of it. Sincerely great stuff… The third part is a kind of deep pulsing machine beats (when you put it in your computer the Window’s Media player says it’s a Steve Howe CD!) that come and goes, fade in and out. I didn’t really like this one, but the loudness of the pulse is really interesting. The sixth part is consisting of the hour between 1 PM and 2 PM and the third part between 10 AM and 11 AM (apparently the fifth part is the lunch break! I wonder how it sounds.) The biggest complain I got about it is that the cover of the records is on a slipcase made of metal screen and there’s some parts of the metal thing that separate from the package and then every time you have to remove the CD from the case you should carry to not scratch the CD. It’s a damn cool package but very dangerous for the CD… I still don’t know if a less conceptual release can be better from this project…

http://www.angelfire.com/punk2/itfor/Reviews/reviewmay2004.html

 

 

ODRZ06  Part III & VI

All'inizio puo` spaventare un po' la nota di copertina: industrial noise of a day in a factory. Un' unica traccia su ognuno dei due cd. Un'ora per traccia. Ci troviamo davanti non a una semplice operazione di registrazione di suoni, bensì a una composizione di musica concreta che usa i suoni della fabbrica per esplorare spazi sonori normalmente associati al lavoro.
Si potrebbe definire quasi come un'ambient noise industrial. Il suono non e` troppo industrial. E`più filtrato di quanto le confezioni dei cd sembrino annunciare (la confezione è una bustina grigia ricoperta di filo di ferro). Il lavoro si lascia ascoltare senza problemi. In qualche punto ci sono dei ricordi forse di Aphex Twin e qualcosa di krauto (magari i primi lavori rumoristici dei Kraftwerk). Ovviamente viene fuori anche Luigi Nono (La Fabbrica Illuminata) quando si ipotizza la pubblicazione ufficiale di quest'opera il 1 maggio. Industrial politico? Non so quanto senso abbia al giorno d'oggi (i sindacati esistono?). Forse proprio in questo sta la protesta: non essendoci più sindacato allora la rivolta o la presa di coscienza può partire anche dalle opere d'arte.
Se siete dalle parti dei T G e vi entusiasmate con suoni ripetitivi e sporchi, questi due dischi fanno per voi, se no si consiglia lo stesso di provarne l'ascolto.

http://www.kathodik.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=1346

 

 

ODRZ06  Part III – Part VI

'06-06' has one piece of vaguely rhythmic electronics, that is buit in various layers. Sometimes the synthesizer part is stronger and sometimes the rhythm machines take over. The sound is a bit outdated, I must say. I am strongely reminded of the old Clock Dva and Hafler Trio sound, era 'Masturbatorium' and 'Fuck'. Ongoing, semi-industrial rhythms, with thick interwoven layers of synthesizers in the back. But outdated as it may seems, it's still quite a nice release. Of exactely the same length (60 minutes) is the release '06-03'. Here too rhythms are explored, but of a more harsher industrial kind: stuff falling on the floor are sampled and looped and then added with synthesized sounds presented in a likewise dark collage. Here the same problem pops up as with '06-06', but I must say I enjoyed the first one better. It seemed a bit more focussed and worked out. But maybe the whole industrial machine music is even more dated, and that's why I am not interested in it anymore: who knows? (FdW)

http://www.staalplaat.com/vital_archive/422.txt

 

 

ODRZ06  Part III – Part VI

There's something quaintly compelling about these mad-as-fish industrial noise pieces. They're all about factory engines, gloomy atmospheres and robotic rhythms, played by someone called Nightmare Industries. Honest and powerful!

http://www.giag.lv/english/rev-ODRZ-ODRZ06_Part_VI-CD-R.htm

 

 

ODRZ06  Part IV Part V

     MUZ Review

MUZ

 

 

ODRZ06  Part IV

Het Italiaanse kunstenaarscollectief ODRZ heb ik al wel eerder besproken. Concepten die ze bedenken, deels al uitgekauwd, deels nieuw, worden op meestal muzikale manier uitgewerkt. Het zesde project is al in 2003 gestart. Dit behelst het beschrijven van een werkdag in muziek. Vorige keer besprak ik al het vijfde uur van de dag, de lunchpauze. Tegelijkertijd met dit vijfde deel is ook het eigenlijk voorgaande vierde uur uitgekomen.

Dit deel beschrijft dus met exact één nummer van exact één uur, het laatste uur voor de lunchpauze. Dit gebeurt met voornamelijk samples van machines in fabrieken en de geluiden die daar in de omgeving te horen zijn. Hierbij worden dezelfde samples gebruikt om alle acht de werkuren uiteindelijk te beschrijven. Dit uur levert dat een soundscape op die ergens tussen ritual ambient en power electronics blijft hangen.

Toegankelijk is het wederom bepaald niet te noemen. Sterker nog, ontoegankelijkheid schijnt wel zo ongeveer het definierende punt te zijn van de kunst van ODRZ. Maakt dat het slecht, nee, maakt dat het makkelijk voor recensent of luisteraar, nee. Voor de luie recensent is dit wel allemaal ongestructureerde teringherrie, net als voor de gemiddelde luisteraar overigens. Maar bij wat doorluisteren zit er best iets achter, is er duidelijk over nagedacht hoe de boodschap over te brengen. En is er vervolgens een schijfje neergezet dat niemand zal bereiken. Dat laatste dan weer wel.

Oftewel voor de kunstzinnige noise-fan is dit wellicht nog eens het proberen waard. Voor hen die echt willen bewijzen dat er geluid op cd wordt neergezet dat niets meer met muziek te maken heeft (zo zal het gros dit helaas bekijken) ook. Maar aan vele anderen zal ik dit duidelijk niet aanraden.

http://ikecht.web-log.nl/ikecht/2006/08/odrz_06_04.html

 

 

ODRZ06  Part V

ODRZ is een Italiaans kunstenaarscollectief dat zich voornamelijk bezig houdt met muziek. Industrail noise noemen ze zelf wat ze maken. De projecten die ze op zich nemen worden gewoon progressief genummerd, wat dit dus hun zesde project maakt. En daarin al de vijfde release.

Wat houdt dit zesde project in? Nou, allereerst het is eigenlijk al een oud project, uit 2003, bestaand uit 9 delen, waarvan deel vier en vijf net zijn uitgekomen. Doel is om een Italiaanse werkdag te omschrijven in muziek. Dat wil zeggen, 8 werkuren en een lunchuur. Ieder uur wordt in een deel beschreven. Zo'n deel wordt dan niet meer verder opgedeeld en bevat dus gewoon één track van een uur. Om het allemaal nog wat meer in thema te brengen worden de delen altijd op de dag van de arbeid gepubliceerd. Deel vier en vijf zijn dus van 1 mei 2006, al is de muziek al veel eerder opgenomen.

Wat maakt nou deel vijf speciaal. Wel het is de lunchpauze. Dus toch wel wat anders dan al die werkuren. Dit wordt gekenmerkt door een sirene-achtige toeter aan het begin van dit nummer. Verder door een minder eentoninge plaat. Meer nieuwe geluiden worden door ODRZ verkend, inclusief het toevoegen van vrouwelijke "zang", die dan wel achter in de mix terecht komt vaak en waarbij men meer moet denken aan een nieuw geluid dan aan duidelijke vocalen of zo. Toch voegt dit eker iets toe aan de mzuiek, maakt het iets toegankelijker, voorzover er bij ODRZ ooit van toegankelijkheid gesproken zal mogen worden.

Als totaal is dit schijfje zeker niet slecht voor de doorgewinterede luisteraar van experimentele industrial / noise. Het is zeker het beste dat ik tot nu toe van ODRZ heb gehoord (een project dat ik altijd heb gewaardeerd voor de ideeen die ze uitwerken, maar waarvan ik de muziek regelmatig heb vervloekt) en bevat daadwerkelijke mooie momenten. Zoals zo net na een half uur speeltijd als de vrouwelijke zang wat meer naar voren komt en vervolgens toch wordt overstemd door de machinerie die weer opstart.

http://ikecht.web-log.nl/ikecht/2006/06/odrz06_v.html

 

 

ODRZ06  Part VI

This disc is the 6th in a series of 9 conceptual ODRZ releases, the concept in question being the italian workday, specifically the workday in a factory. All discs in the series consist of samples of said factory, which are of course processed and manipulated. All of the releases are restricted to one track that weighs in a tab bit chubby at 60 minutes. Also, each of the discs comes in an identical but nifty case of carefully strewn together metal wire set around a black paper insert with only the band name in red print. Very cool.

The audio feed here is an overall rhythmic slab of gritty industrial noise. Not harsh per se, but very gritty, like brushing your teeth with a brand new brillo pad. Accompanying the looped grit machines are various things; swirling ambient sweeps, bubbling bursts of heavily effected hiss, down tuned synth drones, and other things that will most likely cut you, or at least get you dirty.

My only problem here is this: The sounds themselves are definitely far above standard, but the excessive nature of them takes the record down a couple notches. I really like what I hear here, for the first 30 minutes or so, then I feel like I'm being overfed. The same sounds just keep going on in cycles, changing from one familiar part to the next and it gets oddly nauseating to listen to, especially through headphones.

Conclusion:
This is definitely a good disc, and worthy of multiple listens, but it could have been a great disc; if only it were half the length.

http://industrial.org/releases.php?t=8021

 

 

ODRZ06  Part VII

This is the seventh release in the self-titled series by Italian industrial artist odrz. Presented as one lengthy track clocking in at an hour long, fans of true industrial will not be disappointed with this release. So often these days, industrial bands stray from the path and their music brings in aspects of other genres; sometimes it works, sometimes it doesn’t. Various other electronics elements (such as EBM) have worked themselves into this genre over time, and while it is interesting to see a scene grow and expand its musical diversity, it is also always pleasant when you get an artist that returns to the core of a genre – discovers its roots – and uses that to build their music upon. 

 

What makes odrz VII so good? The sound samples are incredibly good, really topnotch. Everything used on this album truly sounds like it was recorded in a working factory. Having such excellent material to work with really allows the artist to do what they want with it resulting in a very real sounding album that does an excellent job of capturing the mood and feel that industrial is supposed to represent. Even with good sources, the artist still needs to understand how to make music, and odrz does that very well. It’s really the flawless way in which the album transitions from piece to piece that makes it for me. While it is true there are technically no breaks (remember it is only one track), the song does have ebbs and flows and there are noticeable movements within the music. odrz has definitely mastered the art of when to slowly work out a sound or noise and when to bring in a new one giving the album a very seamless feel. While I would like to see the album broken up into tracks (with out any silence or transition obviously) so that it would be easier to get to a section you like, I also understand why odrz VII has been completed as one track.

 

The lone single track starts off with loud, rhythmic, pounding industrial noises accompanied by an underlying, heavy distortion. Higher pitched frequencies come in as the music continues to build before slowly tapering off again. The sound of pulsating electrical currents slowly takes over and steam intermittently pours from vents while factory sounds clang and echo in the distance. As all this occurs, subtle uses of synthesized keys add that extra atmosphere to the mix. The music again tapers off becoming very quiet before the sound of harsh and loud metal scraping fills your speakers. While I can’t possibly describe every facet of this release, it is safe to say the music continues along the same lines as this.

 

Too often a release is labeled as something it really shouldn’t be leaving listeners disappointed. It is safe to say this is industrial, pure industrial in all its uncomfortable bliss. If you are looking for a release that could be used to define this genre, you should probably buy odrz VII. There are no unwanted surprises here; this album is exactly what is should be and is a superb release in today’s industrial scene.

http://www.heathenharvest.com/article.php?story=20070913204837736

 

 

 

 

ODRZ07

 

ODRZ is from Italy who likes to take part in the release list of TIB Productions. ODRZ have originated from conclusion of a path of research that, starting from the exploration of sounds and rhythms of the industrial noisy wave, and passing through a re-examination of the concept of concert, reaches the final maturity realizing some sounding projects within which interact not only musical events.

Perhaps there's nothing more interesting than to read numbered track names. Okey, there's no need for names, sounds talk for themselves. However "ODRZ07" starts resolutely, walks firmly towards extreme industrial monotony. Mechanical power and electrical contribution makes the whole not so simple. Good. That was "No.1". Further goes a trip into the depth of unheared/ hidden friction sounds among bolts. It's even so ambientish. Evolving by the principle of waving, the construction doesn't have any stability, and that is for the listeners sake. But isn't it too early to play such a relaxing track? Now who would answer me? "No.3" – is like a preparation before kick. You know rough feedback, waiting for attack with sharp/ screaming vocals infront, but luckily ODRZ conqure my stereotypical (in some way) prejudice. Bravo! "No.4" – mechanics repeated in a more subtle way – with more agression (I hear vocals?), violence, it seems that with every minute it's getting noiser, wilder, and then rhythmical monotony intrudes ("No.5") as though even a synthetical (?) train slowly passes in front of my eyes... has anyone criticized ODRZ track structure?... and I was already in a mood that I'll hear different motif (with some dash) in separate track, "No.5" dispels that mist. The beginning of "No.6" is the most mystical part in all the album. It is vibrating, swaying, flying feedback like a crazy witch on a boom. Suddenly someone unseen/ unheared disturbes it and it pours all its agression. It repeats a few times. Good idea. With "No.7" ODRZ starts to lose my affection but later primitive strokes reminds me of its power of noise. Finally "No.8" (is it some kind of mistake) is like a clone of "No.3".

In conclusion: ODRZ plays noise (couldn't you understand it from words written above?) in a good way, not crazy Japanesse (who said it's not good?) but what I like in such noise is the possibility to go along with sound progression. It's not so fast, nor too slow. It was a good experience. Their live action should be something incredible.

http://www.giag.lv/english/rev-ODRZ-ODRZ07-CD-R.htm

 

 

A punishing compendium of noise and power electronics constructions, ODRZ07 picks up the legacy of the previous release and boosts it with corrosive noises and delirious exercises in high-frequency overload and charged drones, damning the listener with a long-forgotten attitude of whipping them out of their passive reception of anything that's thrown at them. Indeed, you must have a trained ear and a combat attitude to properly receive the 8 tracks included in this release. Laid back souls playing safe no need apply. And, for once, do judge the book from its cover! This particular item comes in what I would describe as the mother of industrial packaging: two discs of mammoth-grained sandpaper 'gently' encase the silver disc, the whole lot being held together by 2" metal discs that are 3 mm tick, and a 4 cm screw that's 1/2" tick, complete with bolt. The whole package even includes inlay discs and is a fitting warning to what it holds inside. This is one for the self-inflicting harsh-noise consumers. And to that end, it is as destructive as any respectable self-inflicting chap out there could hope for.

Gianfri

http://www.darklifezine.de/dlzineX2frame_cdreviewsoct06.html

 

 

This latest ODRZ disc must have given customs a major case of the willies since the huge steel nut, bolt and washer assembly holding it together must have fired off their metal detectors big time. Sandwiched in between the metal is two heavy duty disc sander cutouts, some circular printed matter and of course a CDR (otherwise not much point of a review). The CDR is a little rough looking after its ordeal but still playable and although arty packaging annoys me when I can't find a suitable shelf to hold it, I must admit to getting a greasy grin from the weight of this thing (just glad it wasn't me coughing up for postage).

"ODRZ07" contains 8 tracks with a run time of about 49 minutes meaning most tracks are in the 4 to 5 minutes range with a few 9 minute epics to flesh out the remainder. Like other ODRZ, this is a noise based effort with plenty of old school experimental / industrial flavour mixed in with a DIY lo-fi aesthetic. It's generally not that overt but guitar is used as one of the main sound sources here according to the notes however the amount of effects based deconstrucion going on means that it might as well have been a Ceasar salad plugged into the amp for the amount of recognizability that is left. What is more obvious is the use of mic feedback which is all but constant on some tracks, wiggling about like half a worm in your apple (or in this case, your ear hole).

My main complaint with previous ODRZ material that has hit my virtual desk has been the periodic head in anus self-absorbtion where a little bit of minor noodling gets stretched out to be way too long and so becomes tiresome for everyone other than the instigator. Except when the feedback starts to do the tinfoil thing to my fillings on the third track I don't sense the same sort of creative lethargy here which is a definite improvement. There is no shortage of monotony mind you but it's almost always hypnotic and relentless instead of leaving the listener feeling like they are having their lifeforce sapped, standing in line watching the clock tick backwards.

Immediate comparisons would be to Rotten Piece if they were used as paint to draw center lines on the road to the effects unit. Due to the ashen pallette it also has a little bit of Mandragora freak about it but it's much colder overall and I definitely feel more like I am looking at the prismatic oily colours in an effluent outpour as opposed to reacting badly to the funny mushrooms from the front yard I should not have eaten. My fave moments come when things get all nasty, the borderline death industrial skree of the fourth track especially but there is enough variety here to keep me interested all the way through. This is far tighter than what I have come to expect from this Italian act and most definitely my favourite ODRZ release by far. Just hope your copy doesn't get blown up by customs before it gets to you

http://industrial.org/releases.php?t=22149

 

 

Dovendo spiegare ad un amico il significato di musica industriale, probabilmente non sbaglierei facendogli ascoltare gli ODRZ: otto tracce dal minutaggio medio elevato, costituite da rumori stridenti e metallici, ossessivi e ripetitivi come il moto di un macchinario da industria pesante, in cui non c'è posto nè per la melodia nè per il ritmo, essendo questo retrocesso ad uno stadio primordiale di battito monocromatico; un tour de force acustico che sfianca l'ascoltatore e nega l'uomo a vantaggio della macchina, di cui "ODRZ07" è il verbo.
Curioso notare come questo paesaggio meccanico-futurista venga realizzato esclusivamente tramite chitarre e microfoni, strumenti convenzionali la cui trasformazione, come dicono gli stessi autori, "li rende non identificabili, ma riconducibili a suoni e ritmi tipici di altri strumenti".
Un'opera che colpisce sin dalla confezione, con il CD intrappolato tra due dischi di carta vetrata fissati con rondelle e bullone, già di per sè un suggerimento sul contenuto pesante forse non proprio indicato per un risveglio tranquillo o per una serata di passione in bella compagnia, ma che nel suo campo costituisce comunque un interessante lavoro d'avanguardia

http://www.kathodik.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=1971

 

 

First of all there's the packaging. It's a CDR mounted on a bolt sandwiched between two colour-printed fold-outs, two rotary sander discs, two heavy duty washers and weighty nut to secure it in place. All round and very nice. While it's no Zoviet France LP, it's still quite an attractive way to present difficult music. Intonarumori ? The art of noise indeed, but probably pretty expensive to ship. Hell, you could use this thing as a weapon.

 

ODRZ are a very active Italian experimental art project that I wasn't familiar with until now. For 'Odrz07' all the music is produced using only guitars and microphones. This fact is rarely obvious throughout the eight untitled tracks as they have successfully transformed these two simple devices into a rich palette of sounds. Loops are their strong suit, whether noisy feedback sourced ones or those of the percussive variety. It's a pretty fascinating, yet noisy as hell endeavour limited to 100 copies. 

 

The disc kicks off with what could be considered an emergency response to a particularly heinous auto accident. It sounds as if pickups and cardioid devices are being pummelled into another existence like the unmistakable sound of metal upon metal upon flesh. The rhythms recall vintage industrial music with an aura of feedback surrounding the beats as the focus shifts between pulse and noise, until they unite synchronously for a bout of amplitude modulation. And then all hell breaks loose in a storm of squealing and throbbing as if both guitar and microphone were shoved securely in the ass of some dubiously obscure foreign dignitary; a pretty harsh little number. Then a little bass, a little sandpaper and a fuck-load of distortion carry the beloved listener through the fourth track that concludes with some hot white light, like canned heat mainlined while lounging in your favourite alley. So maybe you prefer to drink your Sterno? The fifth number rocks like an instrumental Wolf Eyes track and submerges you, dear listener, into a veritable hot lava of noise while circling some tintinnabulation and otherwise metallic sounds. These ain't church bells my friend. On the sixth track we're finally treated to some discernible guitar timbre in the form of gentle string rubbings, be they by a bottleneck or the erstwhile cigarette lighter. Such aggressive caresses don't last long, however, as the proceedings get enveloped in a haze of waveform-clipping and some high-frequency dissonant loopage. It's a little inconsistent, but works in an annoying sort of way. Track seven would make a nice opener to another release or perhaps stand alone on the side of a seven-inch. Nothing new is explored but it epitomizes the general aesthetic of 'Odrz07'. It's brutal and relentless but has an impeccable attention to detail in all of it's five minutes. That is until the concluding piece shatters the glass in a brilliant and even somewhat melodic fashion. The high-end gets its overdue respect and shreds fabrics of the real and the synthetic until some phony-ass system of order caves in. Isn't this what we wanted all along? Ever been suffocated by the surf of the sea during a hurricane? Neither have I, but I imagine it might feel something like this. Forty-nine minutes of this shit and I realize I should be doing something else, so I put it on again. 

 

This is not your everyday noise album. Each of ODRZ's projects are concept-based and seem worthy of your attention. The recording medium may not be their best outlet, but it works just fine for this disc. Do they really want to hurt you? I doubt it, but they can smoke your ass like a leftover blunt nonetheless. In a synaesthetic way, the sounds compliment the packaging quite nicely at any rate. If you're entering the noise scene as a novice, this is as good a place to start as any (you can do your homework later). If you're already comfortable with your tinnitus or are some form of noise collector scum, then pick this puppy up and make your geeky friends jealous. They'll drool. And if that's not enough you can use it to knock them unconscious.

http://www.heathenharvest.com/article.php?story=20070913200021338

 

 

 

 

ODRZ12

Reading from their website, ODRZ is group of artists from Italy, focusing mainly on music and sound installations. ODRZ's approach to a live event is not common. Exploring the venue in which the show is about to take place, and adapting their instuments and sounds to macth that particular surrounding as much as possible. This way, instead of forcing the stage on the musicians, the stage get its own unique musical approach. Is that any good? I guess you have to judge it by yourself if you get into one of their shows. All I got is a nice 3" packed in a rough cloth bag .

The description for this particular album, twelfth in their series, and dated 2005, is relevant not only for the album itself but for any ordered shows regarding this particular 12th project. This description states that this project is minimal in its equipment usage and that it is suitable for small venues. I am not sure if that statement affected my opinion or not, but indeed the sounds on this album do give the feeling of a compressed, if not claustrophobic space at times. The album, one untitled track, is clearly divided to several parts. Some on the verge of the dark ambient, Many are much harsher. Several industrial loops mange to raise the tension by coming and going throughout the track, with the company of shrieks so high it can make you dizzy. Distorted vocals are shouting something I am unable to even begin to understand and this phase of the music is gone. Up next is what sounds like a recording of a meeting between a saw and some metallic object. While it might as well be digital (not from the pictures offered on their website, showing these people hitting and cutting metal on stage) , many of the sounds here at least sound like they were not taken from a computer file. The next phase continues with the industrial mayhem, bringing some unclear, distorted vocals. The situation gets more complicated towards the end of the album, with drilling sounds that can turn anyone who went to a dentist in the last year pale with fear. A low, almost hollow drum machine brings a slow rythm to the climax of this track, and escorting the mayhem to the silence at the end.

Many reviews about noise music usually end up sounding almost like an apology, saying that "If you are into harsh noise, go for it, if not, stay away". I think that in this particular case, while the album has its ups and downs, and is a very interesting work after all, the biggest impression it leaves is "You just HAVE to come and see us live!" , as each of their albums might be used as an example for a specific type of a live show, I am more intrigued by how they bring this 12th release into life on stage.

http://www.heathenharvest.com/article.php?story=20080828042810369 

 

 

 

 

ODRZ15

 

                    Il Tirreno Review

Il Tirreno - April 19, 2009

 
 
 
 
 
 
 

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